About the project.
Tipo: House, Landscape
Cliente: Privato
Localizzazione: Marostica (VI) - Italy
Status: Completed
Anno: 2022
Partner responsabile: Ricardo Lunardon
Fotografia: Tommy Ilai & Camilla M.
Project Leader: Ricardo Lunardon
Team: William Zonta
Manufacturers: Costruzioni Cuman, S.A.E. srl, SATI, BASE spa, OLEV srl, BiemmeTecno srl, Pellizzari Building srl, Decò Decking spa, CPParque srl, Mazzocato snc,
L’AMBIENTE
L’idea della MChouse nasce dall’esigenza di coniugare una residenza contemporanea per una giovane coppia con figli e l’integrazione dell’edificio con un paesaggio verde ai piedi delle colline di Marostica, in cui si apre un angolo di spazio agricolo estensivo, ai limiti di una zona edificabile. Le due parole chiave quindi sembrano essere calma e relax. Deve quindi essere l’isola felice dove la famiglia si ritrova e ha la propria privacy, nel mezzo della frenesia del lavoro e della vita.
L’abitazione quindi doveva essere solida, scolpita e dinamica nella composizione delle masse e nel fluire delle linee, ma allo stesso tempo protettiva ed accogliente.
Facciamo gran uso del calcestruzzo armato a vista, texturizzato, dell’acciaio e del vetro, considerando con profonda coscienza tecnica ed estetica sia gli aspetti pratici che una certa sensibilità artistica nell’inserimento del manufatto in questo contesto paesaggistico e urbano.
La posizione al soleggiamento è favorevole, così come l’utilizzo della ventilazione naturale, incrociata e di protezione. L’autonomia spaziale del lotto dalle abitazioni limitrofe, la possibilità di viste multiple tra la pianura ed il castello medievale di Marostica adagiato sulle pendici del Massiccio dell’Altipiano di Asiago, garantiscono la possibilità di stendere l’abitazione praticamente su livello unico, con una piccola volumetria che stacca sulla copertura, come per evidenziare un nido sicuro in alto, tra il verde del tetto giardino.
Il principio di base è stato: tanto togliamo come massa di biodiversità di suolo per l’impronta ecologica dell’edificio, tanto ridiamo in termini di risposta di biodiversità ad un livello superiore (in questo caso il piano primo). In questo modo creiamo una “architettura a zero volume”, o quasi.
Il patto di integrità Uomo-Natura rimane rispettato il più possibile, dove l’uomo nella necessità di svolgere le sue funzioni vitali e di relazione mantiene sempre vivo e presente il legame con l’ambiente che lo circonda, non prendendone le distanze, ma facendone intimamente parte.
L’esigenza di distribuire in un unico piano la maggior parte delle funzioni della residenza, con una forma distesa sul terreno, ha fatto pensare ad un tetto piano con giardino naturale che potesse creare proprio la copertura di tutte le funzioni principali. Uniche appendici a questo sistema sono state la camera master al piano primo, una forma arcaica di casa rivestita in lamiera aggraffata, e che contiene spazi della zona notte e sulla copertura l’elemento di produzione di energia da fonti rinnovabili, con esposizione ottimizzata est-ovest ed una inclinazione da ‘graticolato romano’ di 13,5° sud-ovest. Altra appendice nella zona sud è una pompeiana in acciaio determina la prima zona di ombreggiamento/raffrescamento naturale della grande vetrata della zona giorno, che si apre sul verde. L’appendice a nord, che si trova sotto lo sbalzo del getto in cemento armato a vista del solaio bidirezionale, è l’autorimessa aperta, con i pilastri in acciaio a V di richiamo alle opere di Niemeyer, che nascondono al loro interno gli scarichi del troppo pieno dell’acqua del tetto giardino. La funzione segue l’estetica, e viceversa.
Il tetto piano con giardino in prato naturale (più di 40 sementi selezionate dai prati circostanti) permette di ridare quota all’impronta ecologica precedentemente sottratta, creando lo strato di protezione termica delle funzioni sottostanti, riuscendo ad assorbire più del 70% delle cosiddette ‘bombe d’acqua’ che caratterizzano le precipitazioni degli ultimi anni a queste latitudini. L’abitazione, vista dall’alto con un drone, scompare e crea un continuum materico (prato naturale) con il paesaggio agricolo circostante. Ritorniamo sempre ai concetti di ‘zero cubatura’.
A livello di prestazioni energetiche, i muri massivi perimetrali gettati in opera in calcestruzzo con pannelli osb creano dal lato estetico la texture della muratura (segno distintivo dello studio RAL), e contemporaneamente dal lato tecnico determinano il pacchetto di tenuta termica dell’involucro. All’interno, l’importante scelta impiantistica di livello superiore per il controllo totale delle temperature e delle umidità (impianto VRV, impianto VMC, riscaldamento radiante a pavimento), aiutata da un impianto fotovoltaico da 10,5 kWh, e unita dalla presenza sia degli sporti per il controllo del soleggiamento che dal tetto giardino del piano primo, determina una prestazione energetica globale dell’abitazione calcolata in 3,05 kWh/m2 anno: è a tutti gli effetti una abitazione NZEB, a energia quasi zero.
LA FORMA
Collegata alla tecnica funzionale dell’involucro c’è la forma, che nasce e viene suggerita sempre dal contesto in cui l’edificio viene inserito, per una logica di integrazione di architettura del paesaggio con le funzioni vitali degli abitanti, in un dialogo continuo tra interno ed esterno, che respirano assieme.
Lo spazio esterno della strada di arrivo e l’esigenza di creare parcheggi pubblici ha determinato le condizioni per idealizzare tutta la facciata ovest dell’edificio. Attraverso un muro in cobogò (tecnica brasiliana di gestire la muratura perimetrale per il passaggio di luce, ombre e aria naturale attraverso un disegno ‘forato’, oltre che creare un valore estetico di pregio) si è delimitata e demarcata la situazione degli spazi pubblici e privati caratterizzati da una serie di risposte spaziali (parcheggi e ingressi) e spazi verdi e aiuole che ne hanno determinato questa fisionomia particolare.
Dietro questa prima impostazione estremamente funzionale ma scenografica della recinzione prefabbricata in cobogò acidificato brownie, c’è l’impostazione della tensione dei volumi importanti dell’abitazione: la veletta in calcestruzzo prefabbricato acidificato brownie alta un metro, che contiene il pacchetto del solaio e del giardino naturale, crea la linea retta, nera e severa, sotto la quale tutto si svolge. La forma allungata getta le volumetrie verso sud, in una tensione prospettica quasi infinita.
Dice Yohji Yamamoto, stilista giapponese, che “il nero è modesto e arrogante allo stesso tempo. Il nero è pigro e facile, ma misterioso. Ma prima di tutto il nero comunica questo: ‘Io non ti infastidisco, quindi non infastidirmi’” – e la cifra stilistica scelta per le texture pure e crude di questa MChouse tendono a seguire questi requisiti. Sono scelte di materiali che creano tensioni visive ma allo stesso tempo hanno un grado di autonomia per la quale nulla o quasi a loro sarà più dovuto in termini di manutenzione o rifacimento: vuoi il muro perimetrale in cobogò e la veletta del piano primo in cls acidificato autopulente, il volume al piano primo in lamiera aggraffata, vuoi il muro in cls con texture osb già estetico così per come è stato creato da sapienti mani artigiane dei carpentieri. Esigenze funzionali, esigenze tecniche, esigenze strutturali, esigenze estetiche, esigenze di manutenzione nel tempo: questa è la nostra ricerca per questo effetto di industrial-tech raffinato come elemento contemporaneo per nuovi spazi e design, anche per la MChouse. Fusione dello stile italo-brasiliano con visioni orientali per raccontare con la luce, le ombre, la matericità ed i colori il nuovo design.
Sulla questione di pieni e vuoti, sul fronte nord il volume è stato svuotato dall’autorimessa coperta aperta, e dai due pilastri in acciaio a V; a sud invece la pensilina in acciaio a forma trapezia, sempre con i pilastri a V di richiamo, sbanda con la punta verso est rendendo più movimentata la forma severa dell’impostazione planimetrica rettangolare. È il modo di proiettarsi della struttura verso il suo paesaggio, la luce ed i giardini.
LA STRUTTURA
Come amiamo sempre raccontare e ricercare nei progetti, “dio sta nei dettagli” e nella ricerca dei materiali, ma è la continua ricerca e il ‘senso del minimo dettaglio’ e del particolare tecnico che è la vera essenza della nostra ricerca di design. La casa massiva in cemento armato ha permesso di creare le giuste finalità termiche, unendo la possibilità di spazi funzionali anche dalle dimensioni maggiorate, come living/cucina/pranzo che rimangono tutti nello stesso spazio open space, con apertura vetrata di 8 metri verso sud, e con viste interne in successione che sfondano all’interno dei volumi della casa fino la parte centrale, con la scala interna della zona notte, al centro della scena.
Il solaio bidirezionale in cemento armato ha permesso di alleggerire da una parte la struttura stessa della copertura, a sostegno del giardino, dall’altra gestire tensioni di sbalzo più importanti, arrivando a gestire una figura orizzontale, assieme alla pompeiana, tesa fino 32 metri.
Il tetto giardino trattato a naturale aumenta la resistenza termica degli spazi al piano terra e potenzia la funzionalità del verde e delle vedute del piano primo. Il volume della zona notte al piano primo, con getto a vista all’interno della camera master e scocca esterna con involucro in lamiera aggraffata e parete ventilata, determina l’esposizione volumetrica più in vista della tensione orizzontale dei volumi, minimizzando l’impatto.
Ogni dettaglio, interno ed esterno, è in continuo dialogo per strutturare quella ricerca e attenzione dei dettagli che necessita un edificio integrato con l’ambiente naturale circostante. Il dentro che dialoga continuamente con il fuori e viceversa. Come il foro a sud sulla pompeiana in acciaio che crea l’alloggiamento delle tre betulle che ‘sfondano’ la copertura per creare sia un filtro verde tra la privacy della casa ed il suo giardino, sia una chioma naturale a vista dal piano primo quando ci si affaccia dalla porta-finestra della camera master che esce direttamente sul giardino naturale. Al mattino una rasserenante vista dell’alba, il paesaggio agricolo, il sfruscio delle piccole foglie delle betulle, il cinguettio dei passeri e delle tortore aiuta a rinsaldare quel valore Uomo- Natura di cui tutti noi abbiamo bisogno per estraniarci dalla caoticità dei ritmi della vita. Ed in questo quindi, la forma, i materiali, la luce e le scelte prospettiche dell’abitazione sono fondamentali per poter sentir vibrare certe energie, e rilassare mente e corpo, nella privacy della propria casa.
IL LIGHTING DESIGN
Il progetto illuminotecnico dei volumi interni, esterni perimetrali e degli spazi verdi aperti che caratterizzano i fronti dell’abitazione sono stati pensati per rendere al massimo la tensione orizzontale degli elementi, illuminando i ‘vuoti’ creati dal muro in cobogò e dalle vetrate che di sera fanno ‘scomparire’ il volume scuro dell’abitazione, mettendo in risalto solamente tagli e angolature determinate dalla luce accesa dalla vita degli abitanti. Il pieno è nero, è quasi assenza; il vuoto è luce, ed è presenza.
In questa volumetria così pura e definita anche lo studio della luce doveva essere puro e definito, ovvero tecnico e sensazionale, dove elementi puntuali o lineari ben precisi indicano già di per sé punti focali, guidare gli spostamenti, o enfatizzare le texture e i materiali delle strutture principali.
Tutto questo il progettista è riuscito ad ottenerlo con la consulenza di OLEV ed il suo team di specialisti per determinare una visione notturna efficace, equilibrata, mai banale, ma soprattutto scenografica.
Partendo dall’esterno dell’abitazione, ad ovest, la presenza del muro in cobogò che determina incursioni di luce e penombra dai fori regolari, e la presenza dell’aiuola interna in convallaria nana, bambù, i tre alberi di lagestroemia e l’acero rosso giapponese con i fari a terra puntati sulle chiome, permettono di dare le prime vibrazioni agli elementi della recinzione e dell’ingresso. Gli strip led nella zona dell’autorimessa determinano la posizione a terra delle tre auto in posizione di parcheggio, mentre i fari incassati nel getto in cls del solaio enfatizzano la V dei pilastri in acciaio. La parte dell’intradosso del solaio a vista in cemento armato dell’autorimessa e degli sporti mette in risalto la tensione orizzontale, lambendo con una luce tecnica e delicata a 3000K le superfici parietali attraverso i led cassati nel pavimento in ghiaino lavato. La lettura delle luci accese delle varie stanze interne determina l’utilizzo e la posizione degli abitanti all’interno dell’abitazione.
All’interno, nella zona living, l’unione di faretti ad incasso fissi e direzionabili determina l’illuminazione di punti precisi nello spazio, nonché oggetti che si vogliono far risaltare maggiormente, come arredi, vasi e quadri. Strip led completano le vibrazioni luminose nella cucina e nella parete del living, mettendo in risalto alcuni rivestimenti verticali in marmo orobico arabescato.
Il corridoio che porta alla zona notte è caratterizzato dalla strip led continua che arriva fino al centro dell’abitazione nella zona notte e al vano scale. I movimenti degli abitanti quindi seguono linee di luce; i punti di pausa seguono luci puntuali.
La zona del vano scala di risalita è il centro dello sfondamento delle vedute interne: da fuori a dentro la successione delle tre vetrate permette di tenere sotto controllo l’intero spazio. Le strip led aiutano a ‘sporcare’ le superfici con una illuminazione che non impatta sull’oggetto scala, ma ne aiuta e facilita la lettura degli elementi microforati e dei dettagli tecnici in acciaio. La struttura della scala con gli scalini in ferro microforato permette in alcune angolazioni e per alcune ore della giornata in cui il sole è alto verso ovest, quasi di smaterializzare la scala stessa, che sembra non reggere più il peso dell’utilizzatore perché sospesa tra luce e aria. Tutto l’ambiente del vano scala vibra di questa energia, con questo elemento tecnico quasi svuotato di significato dai fori e dalla luce.
Al piano primo l’impostazione scenica varia di nuovo: qui c’era bisogno di enfatizzare la texture del muro gettato in opera in cemento armato con pannelli osb a vista interna, che determina sia una estetica di chiaro-scuri in parete, sia la lettura delle due falde della copertura. Il corpo ruotato di questo volume fa cambiare repentinamente i punti di vista e le prospettive: la luce rarefatta sulle superfici è la guida dello spazio. La soluzione è stata quella di creare un elemento tecnico-estetico in ferro verniciato che ci permettesse di nascondere e giocare attraverso una strip led dimmerabile l’enfatizzazione della luce morbida sull’intera scenografia volumetrica. Quasi fosse una luce nata dalla struttura stessa del cemento, ma che con delicatezza e tono riuscisse a creare quella situazione di morbido comfort di una zona notte padronale dal carattere massivo, dal gusto industrial-tech raffinato. La barra a led Ottomano di OLEV, nata come corrimano per scale, è usata qui come luce di appoggio per la testiera del letto: diventa oggetto ed effetto, luce o appoggio di un libro o di un quadro.
Di giorno l’ampia vetrata verso sud della camera master, con vista privilegiata sul giardino naturale e il panorama agricolo, permette di non utilizzare la fonte luminosa artificiale; dall’imbrunire la luce a led dimmerabile della camera master al piano primo è tutto ciò che serve per rilassarsi e sentirsi finalmente a casa. Lo stesso concetto è ripetuto al piano terra, nelle camere della zona notte e nel living/pranzo/cucina della zona giorno dove la possibilità di multiple modalità di scenografia luminosa determinano la dinamicità dell’utilizzo della luce, degli spazi e delle zone di relax per gli abitanti.
Per ogni nuovo progetto fatto per le persone, la vita è sempre moderna. Forme vitali e inedite sono la necessità continua per contenere, esprimere o profetizzare questi cambiamenti che la vita e il progresso impone, facendolo senza spreco, in un sincero amore per la bellezza e i valori umani.
Arch. Ricardo Lunardon